“Se penso una cosa voi la indovinate?”
“No, guaglio’, a me arrivano i pensieri che passano al volo in testa
alle persone, quelli che uno neanche sa di avere pensato. Se ti metti a
studiare un fatto tuo, quello sta con te. Ma i pensieri sono come gli
starnuti, scappano fuori all’improvviso e io li sento.”
Perciò sapeva i fatti di tutti quanti, perciò teneva una tristezza
pronta al peggio e un mezzo sorriso per buttarla via. Ai lati degli
occhi si aprivano le rughe e da lì scolava la malinconia.
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È bella di notte la città. C’è pericolo ma pure libertà. Ci girano
quelli senza sonno, gli artisti, gli assassini, i giocatori, stanno
aperte le osterie, le friggitorie, i caffè. Ci si saluta, ci si conosce,
tra quelli che campano di notte. Le persone si perdonano i vizi. La
luce del giorno accusa, lo scuro della notte dà l’assoluzione. Escono i
trasformati, uomini vestiti da donna, perché così gli dice la natura e
nessuno li scoccia. Nessuno chiede conto di notte. Escono gli storpi, i
ciechi, gli zoppi, che di giorno vengono respinti. È una tasca
rivoltata, la notte nella città. Escono pure i cani, quelli senza casa.
Aspettano la notte per cercare gli avanzi, quanti cani riescono a
campare senza nessuno. Di notte la città è un paese civile.
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La sua mano strinse le mie dita, dove ancora scottavano le vesciche.
“E questo è un altro bacio secondo perché pure le mani si baciano e si abbracciano.”
“Hai palpebre che sono curve come le chiglie delle barche, Anna.”
“Ho palpebre che non dormono e non piangono.”
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“Il sangue è la verità. Non dice bugie quando esce e non ritorna
indietro. Così devono essere pure le parole, dopo che le dici non le
puoi ritirare.[...]"
Erri De Luca, Il giorno prima della felicità