mercoledì 17 settembre 2014

risparmiare molti equivoci

Dal fronte, insieme ai feriti gravi congedati, arrivavano notizie dell'eroismo della Brigata Sassari, e Bonaria ventenne aveva già visto abbastanza mondo da sapere che la parola «eroe» era il maschile singolare della parola «vedove».

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Come gli occhi della civetta, ci sono pensieri che non sopportano la luce piena. Non possono nascere che di notte, dove la loro funzione è la stessa della luna, necessaria a smuovere maree di senso in qualche invisibile altrove dell'anima.

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Argomenti diversi dal fatalismo non avevano aiutato Salvatore a immaginare un futuro accettabile per il figlio, perché se è vero che dal legno non nasce il ferro, il vecchio Bastìu non avrebbe saputo ipotizzare una maledizione peggiore che vivere nel presente facendo parlare di sé al passato.

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Il fatto era che, pur essendo convinto che almeno metà delle cose della vita fossero misteri della volontà divina, Frantziscu Pisu sapeva bene che l'altra metà erano frutti chiari della stupidità degli uomini [...]

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– Vuoi giudicare del come senza capire il perché? Tu hai sempre fretta di emettere sentenze, Maria.

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Marta Gentili le aveva spiegato che il ripetitivo schema viario di Torino nasceva da esigenze di sicurezza, perché una città regia non doveva offrire ai ribelli e ai nemici alcun anfratto per nascondersi, ma questo non fece che rafforzare in Maria l'idea che tutte le cose in apparenza troppo lineari non fossero che un'ammissione di debolezza: nessuno si sarebbe preso la briga di disegnare strade così dritte, se non avesse avuto molta paura.

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Non parlavano, non lo avevano mai fatto da quando Maria era tornata e del resto la vecchia non ci riusciva ancora ma si guardavano spesso nella penombra della stanza, e avevano scoperto che era un modo di comunicare che faceva risparmiare molti equivoci.

Michela Murgia, Accabadora

domenica 25 maggio 2014

without a dance with death

No art is possible without a dance with death, he wrote.

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Billy looked at the clock on the gas stove. He had an hour to kill before the saucer came. He went into the living room, swinging the bottle like a dinner bell, turned on the television. He came slightly unstuck in time, saw the late movie backwards, then forwards again. It was a movie about American bombers in the Second World War and the gallant men who flew them. Seen backwards by Billy, the story went like this:
American planes, full of holes and wounded men and corpses took off backwards from an airfield in England. Over France a few German fighter planes flew at them backwards, sucked bullets and shell fragments from some of the planes and crewmen. They did the same for wrecked American bombers on the ground, and those planes flew up backwards to join the formation.
The formation flew backwards over a German city that was in flames. The bombers opened their bomb bay doors, exerted a miraculous magnetism which shrunk the fires, gathered them into cylindrical steel containers, and lifted the containers into the bellies of the planes. The containers were stored neatly in racks. The Germans below had miraculous devices of their own, which were long steel tubes. They used them to suck more fragments from the crewmen and planes. But there were still a few wounded Americans, though, and some of the bombers were in bad repair. Over France, though, German fighters came up again, made everything and everybody as good as new.
When the bombers got back to their base, the steel cylinders were taken from the racks and shipped back to the United States of America, where factories were operating night and day, dismantling the cylinders, separating the dangerous contents into minerals. Touchingly, it was mainly women who did this work. The minerals were then shipped to specialists in remote areas. It was their business to put them into the ground., to hide them cleverly, so they would never hurt anybody ever again.

Kurt Vonnegut, Slaughterhouse Five

martedì 8 aprile 2014

au début, ça fatigue

- Il faut bien qu’un jour ou l’autre les mythes s’écroulent, dit-il.

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- Le cynisme ne vient pas tout seul, il faut une certaine habitude. Au début, ça fatigue, c’est normal.

Fred Vargas, Ceux qui vont mourir te saluent

giovedì 13 marzo 2014

mentire in modo divertente

“Eri un uomo orribile, ma sapevi mentire in modo divertente. Sentirò la tua mancanza. [...]”

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L’altra notizia degna di nota riguardò il valzer sui risultati delle elezioni presidenziali tenutesi nel paese più sviluppato del mondo, dove ci vollero parecchie settimane prima che la Corte Suprema decidesse con una maggioranza di 5 a 4 che chi aveva ottenuto il maggior numero di voti aveva perso. Fu così che George W. Bush divenne presidente degli USA, mentre Al Gore fu ridotto a occuparsi di ambiente, e neppure gli anarchici di Stoccolma prestavano particolare attenzione alle sue ferventi battaglie. Bush aveva poi invaso l’Iraq per distruggere tutte le armi che Saddam Hussein non possedeva.

Jonas Jonasson, L'analfabeta che sapeva contare

lunedì 3 marzo 2014

calados e quietos

[...] vejamos como ficou Ricardo Reis a sorrir ironicamente, é um jeito de lábios que não engana, quando quem inventou a ironia inventou a ironia, teve também de inventar o sorriso que lhe declarasse a intenção, alcançamento muito mais trabalhoso [...]

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Aos deuses peço só que me concedam o nada lhes pedir, e tendo escrito não soube que mais dizer, há ocasiões assim, acreditamos na importância do que dissemos ou escrevemos até um certo ponto, apenas porque não foi possível calar os sons ou apagar os traços, mas entra-nos no corpo a tentação da mudez, a fascinação da imobilidade, estar como estão os deuses, calados e quietos, assistindo apenas.

José Saramago, O ano da morte de Ricardo Reis

giovedì 5 settembre 2013

le droit chemin

— Attendre, Adamsberg, c’est pas une vie. Ça t’est déjà arrivé d’attendre ? D’attendre longtemps ?
— Je crois.
— Une femme ?
— Je crois.
— Ben c’est pas une vie.
— Non, confirma Adamsberg.

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Je rentre dans le droit chemin qui, comme tu le sais, n’existe pas et qui par ailleurs n’est pas droit.

Fred Vargas, Un lieu incertain

montedidio

Se ne sta zitto per un poco coi chiodini in bocca e la testa china sopra una suola. Vede che sono rimasto vicino e continua: “Quando ti viene una nostalgia, non è mancanza, è presenza, è una visita, arrivano persone, paesi, da lontano e ti tengono un poco di compagnia”. Allora don Rafaniè, le volte che mi viene il pensiero di una mancanza la devo chiamare presenza? “Giusto, così a ogni mancanza dai il benvenuto, le fai un'accoglienza.” Così quando sarete volato io non devo sentire la mancanza vostra? "No, dice, quando ti viene di pensare a me io sono presente.

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Gli spiriti non sanno volare, possono fare solo un poco di vento. In strada sparano, Maria non sente le cose che dice la mia voce scura, pensa al suo sangue: “II vino mi ha fatto bene, è la prima volta che lo bevo, è buono. Mi è piaciuta la mossa di tuo padre, di versarlo. Teneva fermo il fiasco pesante e lo faceva uscire piano”. E` bella Maria col sangue che perde e il vino che lo rimpiazza e i capelli neri che mi fanno il solletico sul collo e la bocca che per fare bum, bum, si apre e si chiude con la mossa dei baci. Per imitare il rumore del cuore manda baci al buio.

Erri De Luca, Montedidio

giovedì 11 luglio 2013

si ce n'est pas nous

— Tu te souviens quand un moustique s’était fourré tout au fond de ton oreille pendant deux heures ?
— Oui, dit Raphaël en souriant. Son vrombissement me rendait fou.
— Et on craignait que tu ne deviennes vraiment fou avant la mort du moustique. On a fait le noir complet dans la maison, et j’ai tenu une bougie tout contre ton oreille. C’était une idée du curé Grégoire : « On va t’exorciser, mon bonhomme. » Ses blagues de curé, quoi. Tu te souviens ? Et le moustique a rampé hors du canal jusqu’à la flamme. Et il s’est brûlé les ailes avec un petit bruit. Tu te souviens du petit bruit ?
— Oui. Grégoire a dit : « Le diable crépite dans le feu de l’enfer. » Ses blagues de curé, quoi.
Adamsberg attrapa son pull et sa veste.
— Tu crois que c’est possible, très possible ? reprit-il. De tirer notre démon hors de son tunnel avec une petite lumière ?
— S’il est dans notre oreille.
— Il l’est, Raphaël.
— Je le sais. Je l’entends, la nuit.
Adamsberg enfila sa veste et se rassit à côté de son frère.
— Tu crois qu’on le fera sortir ?
— S’il existe, Jean-Baptiste. Si ce n’est pas nous.

Fred Vargas, Sous les vents de Neptune

domenica 5 maggio 2013

la moneta di un falsario

Alla fine di un giorno in parete mi guardo le mani che mi hanno guidato. Penso che sono sorde, mute, cieche eppure vanno innanzi. A loro basta il tatto, il più diffuso sistema di comunicazione del corpo.

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Non ho voluto risalire a prima della mia nascita. Non sento affinità con altri figli di criminali di guerra. Ognuno si è arrangiato secondo la ruggine che si è trovato nel sangue. Ho avuto in sorte di non trascinarmi dietro un nome maledetto, come la catena di fantasma. Ho avuto un nome finto che per me è stato vero. L’ho spacciato per mio sapendo che era la moneta di un falsario.

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Però portava nelle mosse il silenzio di uno che non sente e perciò evita di produrre un rumore che non può ricevere.

Erri de Luca, Il torto del soldato

educazione siberiana

Gli adulti hanno cominciato a fare attentati al pollo, il quale mantenendo sempre la calma e in maniera decisamente efficace riusciva ogni volta a sfuggire. Dopo un quarto d'ora d'inutili tentativi, i tre uomini erano senza fiato, e guardavano il pollo che con la stessa determinazione di prima continuava a scavare la terra e a farsi i suoi affari da pollo. Mio padre mi ha sorriso, dicendo:
- Lasciamolo vivere, questo pollo. Non ammazziamolo mai: che stia qui, in giardino, libero di fare quello che vuole.
La sera ho raccontato a mio nonno quello che era successo. Lui ha riso tanto, e poi mi ha chiesto se io ero d'accordo con la decisione di mio padre. Gli ho risposto con una domanda:
- Perché liberare quel pollo e non gli altri?
Nonno mi ha guardato con un sorriso e ha detto:
- Solo chi apprezza veramente la vita e la libertà, e combatte fino in fondo, merita di vivere libero... Anche se è un semplice pollo.
Io ci ho pensato un po' su e gli ho chiesto:
- E se tutti i polli un giorno diventano come lui?
Dopo una lunga pausa nonno ha detto:
- Allora bisognerà abituarsi a cenare senza zuppa di pollo...
Il concetto della libertà è sacro per i siberiani.

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Dopo mi sono capitate molte cose, ma passando tra tutte le esperienze ho continuato a pensare che la legge siberiana aveva ragione: nessuna forza politica, nessun potere imposto con una bandiera vale tanto quanto la libertà naturale di una singola persona.

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Abbiamo cominciato a vederci, a scambiarci libri, e nel giro di poco tempo abbiamo sviluppato un rapporto che di solito le persone educate chiamano «intimo», ma che nel mio quartiere si definiva con ben altre parole: «sporcare le lenzuola insieme».

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Nella «Pravda» qualsiasi notizia veniva trasformata in una fonte di pura propaganda: anche quando leggevi di disastri e guerre, alla fine ti veniva un senso di felicità e ti sentivi fortunato a essere finito in Urss. Non so come mai Boriška era così affezionato a quel giornale, una volta ho cercato di chiederglielo, e lui mi ha risposto letteralmente così:
«Quando sei costretto a sentire cantare le vacche, bisogna sfruttare almeno la possibilità di scegliere quella che canta meglio».

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Dopo tanti pensieri e discussioni con me stesso sono arrivato alla conclusione che non si risolve niente con il coltello e le botte. Così sono passato alla pistola.

Nicolai Lilin, Educazione siberiana