È tutto un po' diverso, un po' troppo colorato, un po' troppo buio, perché nei sogni e nella realtà la musica è la stessa, ma con note e strumenti diversi, ed è giusto così, perché noi che ascoltiamo siamo oggi diversi. Ma se io imparo a suonare gli strumenti che si odono nei sogni, e ricordo le note, non quelle che ascolto ogni giorno, ma quelle della notte, oltre il velo, ecco che potrò comporre la musica dei sogni. Nel momento in cui le due musiche si assomigliano, si intonano, si uniscono come le voci di un coro, ecco che in quel sovrapporsi di melodie e trascorrere di case e giardini e scale e carbonaie e camini, ecco che la tua casa sognata e il luogo ove abiti diventano la stessa cosa. Sul tavolo c'è la medicina miracolosa. Se tu riuscissi ad allungare la mano e a prenderla, potresti portarla con te, e guarire. ma è così difficile imparare quella musica, è così forte il frastuono della realtà. Sto dicendo sciocchezze, Talete? È la febbre che mi fa delirare. È la solitudine?
Stefano Benni, Elianto
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