domenica 18 settembre 2011

orme sulla sabbia

È una bella vista. Spuntavano le prime luci nelle finestre ancora lambite da un residuo chiarore diurno, i lumi della strada si stavano accendendo, qualcuno lì vicino, nel Largo dos Lóios, parlò a voce alta, qualcun altro rispose, ma le parole erano incomprensibili. Raimundo Silva domandò, Ha sentito quelli, Sì, Non sono riuscito a capire che cosa hanno detto, Neanche io, Non sapremo mai fino a che punto le nostre vite cambierebbero se certe frasi udite ma non percepite fossero state capite, La cosa migliore, io credo, sarebbe cominciare a non fingere che non capiamo le altre, quelle chiare e dirette, Ha proprio ragione, ma c'è gente attratta più da quello che è ambiguo che non da quello che è sicuro, dall'oggetto meno che dalla sua traccia, più dall'orma sulla sabbia che dall'animale che l'ha lasciata, sono i sognatori, Evidentemente, è il suo caso, Fino a un certo punto, per quanto debba ricordarle che non è stata mia l'idea di scrivere questa nuova storia dell'assedio, Diciamo che io ho intuito che avevo davanti a me la persona adatta, O che, prudentemente, preferisce non avere la responsabilità dei suoi sogni, Mi troverei forse qui se fosse questa la verità, No, La differenza è che io non cerco orme sulla sabbia.

José Saramago, Storia dell'assedio di Lisbona

domenica 4 settembre 2011

un sacco di balle

- Mi sa che tu racconti un sacco di balle, come quelle storie sui pellerossa, -disse Alice- ma le tue bugie mi piacciono.

Stefano Benni, Pane e tempesta