lunedì 7 aprile 2008

Rumori

Je te comprends, Gervaise, ça fait toujours un bruit répugnant, un Jésus qui tombe de sa croix.

Daniel Pennac, Monsieur Malaussène

Lolita

D'un tratto mi accorsi che in mezzo alle tenebre accanto a me, su una sedia della veranda a colonnine, c'era qualcuno. Non l'avevo propriamente visto, ma a tradirlo fu lo stridore di un tappo svitato, poi un discreto gorgoglio, e infine la nota conclusiva di un placido riavvitamento. Stavo per andarmene quando la sua voce mi apostrofò:
"Dove diavolo l'ha pescata?".
"Come dice?".
"Ho detto: che cavolo di serata".
"Già".
"Chi è la ragazzina?".
"Mia figlia".
"Non è vero. Lei mente".
"Come dice...?".
"Ho detto: che tempo inclemente! Dov'è sua madre?".
"Morta".
"Ho capito. Mi dispiace. A proposito, perché non pranziamo insieme noi tre, domani? Quella gentaccia se ne sarà andata".
"Ce ne andiamo anche noi. Buonanotte".
"Mi scusi, sono ubriaco. Buonanotte. Quella sua bambina ha bisogno di farsi un bel sonno. Il sonno è una rosa, come dicono i Persiani. Fuma?".
"Adesso no".
Accese un fiammifero, ma era ubriaco, o lo era il vento, e la fiamma illuminò non lui ma un'altra persona, un uomo vecchissimo, uno di quegli ospiti permanenti dei vecchi alberghi - e la sua sedia a dondolo bianca. Nessuno disse nulla e il buio tornò al suo posto iniziale. Poi udii il veterano tossire ed espellere un po' di muco sepolcrale.

Vladimir Nabokov, Lolita